Alessio Delfino, “Rêves|Dreams”
La Paolo Erbetta Gallery è lieta di presentare la personale dell’artista italiano Alessio Delfino dal titolo “Rêves|Dreams”. Nato a Savona nel 1976, lavora tra Savona e Milano. Delfino si dedica alla fotografia fin da giovane; una grande curiosità riguardo al funzionamento della camera oscura lo spinge ad approfondire attraverso studi di chimica le numerose possibilità dell’uso del mezzo fotografico. Fin dai suoi primi lavori sceglie di indirizzare le sue opere verso la realizzazione di serie fotografiche, in modo da esprimere al meglio la sua ricerca artistica senza sintetizzarla in un unico scatto. Egli, infatti, non cerca un “momento decisivo” alla Henry Cartier-Bresson, bensì esplora la rappresentazione, quasi cinematografica, dello scorrere del tempo tramite immagini che sembrano voler evocare la natura inarrestabile del tempo, irriducibile in un’unica fotografia.
“Rêves|Dreams”, titolo della serie in mostra, tenta di esprimere il sogno di Delfino di catturare, attraverso il mezzo fotografico, non la rigidità del reale, bensì le sue infinite possibilità. La fotografia è usata da Delfino non come strumento di riproduzione fedele del reale, né come effige-sintesi del tempo, ma come stratificazione di più momenti, ottenendo immagini di corpi che restituiscono il movimento incessante della vita, proponendo, attraverso la sovrapposizione di più scatti, una fusione di tempi e di spazi molteplici. Egli rielabora con sapienza un tema che fin dall’ormai relativamente antico avvento della fotografia ha interessato numerosi artisti e fotografi, dal pioniere Muybridge all’avanguardia cubista, ovvero la resa, nella bidimensionalità, dell’immagine, della natura della vita, ovvero la dinamicità e tridimensionalità dello spazio e del tempo. La serie “Rêves|Dreams” investiga e confonde spazio, tempo, realtà e sogno; le immagini lasciano trapelare parti del corpo femminile, ma non è la chiarezza del dettaglio che interessa a Delfino, bensì la forma confusa, sfumata, indefinita; caratteristica del sogno. Egli, infatti, oltre a cercare di immortalare il la posizione di un corpo nel secondo in cui questa posizione già non sussiste più, fissa il suo sogno su carta cotone, che aiuta a marcare la forma eterea di queste figure che sembrano tracciate a matita o pastello. Le figure si fondono con lo sfondo opaco, verso tonalità incerte, indefinite, a conferma di una realtà sfuggente, o meglio, di un sogno che è destinato a svanire nel momento in cui l’osservatore distoglie lo sguardo.
La ricerca di Delfino è rivolta dunque alla resa della pluralità e varietà del presente, ribadita inoltre dalla scelta del corpo nudo femminile, che punta anch’esso ad evocare l’essenza molteplice della natura creatrice, ma questa ricerca è possibile solo in un limbo, in una dimensione sfuggevole, eterea, onirica.